Intervista a Virginia Fiume # 1. Il suo libro, le donne, il lavoro e molto altro


Di che si parla qui? di questo libro.
- Ciao Gilla
- Bella
- Chi sei?
- Gilla, nome d’arte Virginia Fiume, 24 anni. Laureata in lettere moderne, triennale ovviamente. Chi sono è una domanda difficile in questo momento, diciamo che faccio tante cose perché mi sto un po’ cercando.
- Sei autrice del libro “Voglio un mondo rosa shokking", perché questo titolo?
- Beh, direi perché attira l’attenzione. Questa è la teoria del nostro editore. E tutto sommato non ha tutti i torti. Escono talmente tanti nuovi titoli che se si vuole trasmettere un’idea bisogna anche trovare la forma giusta, anche se può non piacere a tutti. Il titolo originale che avevamo pensato era “Quote Rosa Shokking- Donne con le tette, le palle lasciamole agli uomini”. Dove Shokking, scritto sbagliato, sta per gli shock, i cambiamenti che nella vita sono necessari, e le due K rappresentano la possibilità di sbagliare insita in ogni scelta. Come dice qualcuno “chi non fa non sbaglia mai”. Appena il libro è uscito mi vergognavo un po’ del titolo e delle scarpette rosa in copertina. Io sono sempre stata un maschiaccio e anche un po' refrattaria all’idea del “commerciale”. Ma poi mi ci sono affezionata. “Voglio un mondo rosa shokking” suona così categorico che mi ci sono affezionata. E poi…vedere il proprio nome sulla copertina di un libro è qualcosa di incredibile.
- Hai scritto il libro con?
- La mia socia, Rossella Canevari: 35 anni, giornalista pubblicista e autrice televisiva. Un vulcano di idee. La prima donna con le tette che ho riconosciuto sulla mia strada. Anzi, a dire la verità, che mi ha riconosciuta, visto che è stata lei a propormi di iniziare questo progetto insieme.
- Di cosa tratta il vostro libro?
- Parla di che cosa vuol dire essere donne nel 2007. Studiare all’università, fare gli stage, vivere in una città a volte chiusa come Milano e sempre costosissima. Parla di quanto sia difficile e ingiusto per una donna che vuole realizzarsi professionalmente dover decidere tra famiglia e lavoro, in un mercato del lavoro chiusissimo, senza le giuste strutture: asili nido e cose del genere. Senza contare che in certi ambiti lavorativi, come per esempio la televisione, essere donna è causa di discriminazioni. Ma parla anche di gay, di generazioni diverse a confronto. L’idea di fondo è quella della “femminilità”. Non ci piaceva l’idea che una donna in gamba venisse definita secondo il modello maschile di “donna con le palle”. Una donna in gamba è una “donna con le tette”. Uomini e donne hanno differenze che devono essere valorizzate.
- Trama
- Non svelerò troppo 
Due sorelle: Camilla e Sofia. Camilla ha 23 anni, Sofia ne ha 30.
Vivono da sole nella casa dei loro genitori, che dopo la pensione si sono ritirati in un altro paese. Una si sta per laureare ed una è un’autrice televisiva free-lance. Un mese intenso della loro quotidianità, a volte normale, a volte strana.
- Cosa c'è di autobiografico?
- Per quanto riguarda il personaggio che ho creato io, Camilla - Milla…beh, l’aspetto più autobiografico è la visione di Milano: i locali, le tipologie di amici, il senso della giustizia che fa un po’ a pugni con il mondo della politica e dell’informazione che traspare in superficie. C’è di autobiografico quello che serviva a rendere la storia il più “di tutti” possibile. Diciamo che è un personaggio, quindi non sono io. Però la cara Milla ha la mia stessa età, ha fatto i miei stessi studi e la mia stessa tesina. Ma da quando l’abbiamo scritto è passato un anno: sono cresciuta e cambiata io e mi sa che anche Camilla è un po’ cresciuta.
- Perché scrivere un libro su questi argomenti?
- Si tratta di argomenti che da una parte o dall’altra riguardano tutti, uomini e donne. Nei libri “rosa” di solito si parla di shopping e amori, noi abbiamo voluto provare a usare un linguaggio semplice e immediato per parlare di argomenti “seri”, ovviamente senza sviscerarli da un punto di vista tecnico, ma come “esperienza di vita”. Un libro. Sia a me che a Rossella piace scrivere, quindi abbiamo scelto questa forma di comunicazione, cercando di rivolgerci a più persone possibili. E’ anche per questo che inizialmente avevamo pubblicato il libro su internet. Il sito quoterosashokking.com era nato proprio per questo. Poi sono nati i video, il book trailer, e la rivista, che diciamo che incarna un po’ le idee di fondo del libro, ma è scritta da altre donne e uomini che danno il loro contributo. Non avrei mai pensato che saremmo riuscite a generare tutto questo. Però è bello vedere che molte donne hanno iniziato a ripensare alla loro femminilità in un modo diverso.
- Riguardo allo studio ed al lavoro ed alle varie difficoltà economiche: riporti solo esperienze personali ed esperienze vicine a te oppure hai fatto qualche ricerca?
- Ho messo insieme le mie esperienze e quelle di amici e conoscenti. Ovviamente si è delineata una sola tipologia di vita, mi rendo conto che ci sono persone che devono lavorare molto di più di quanto debba fare Milla, che comunque ha la fortuna di avere la casa dei suoi genitori a disposizione. Una fortuna che non tutti hanno e che in una città come Milano fa la differenza. Diciamo che le vere ricerche di dati, informazioni, proposte politiche le ho fatte dopo che il libro è uscito. Adesso so molte più cose di due anni fa, anche da un punto di vista tecnico.
- Che idea ti sei fatta del lavoro? Delle donne nel mondo del lavoro?
- La sensazione che ho è che le nostre “generazioni” siano un po’ meno spaccate tra uomini e donne. Ci si trova spesso a seguire progetti insieme e non ci sono veri e propri atteggiamenti discriminatori. Poi è chiaro, a volte gli istinti morbosi e voyeuristici delle persone vedono sesso e lavoro come uno la conseguenza dell’altro, ma non è così. O meglio non necessariamente. Credo che il vero problema per una donna sia quando decide di avere un figlio: a quel punto per qualche mese è, ovviamente e giustamente, costretta ad abbandonare il lavoro. Solo che poi tornare è difficilissimo. Si tratta di un problema non solo di discriminazioni ma anche di mercato del lavoro italiano. Rigido, ingessato. Senza contare che solo una piccolissima percentuale di bambini può trovare posto negli asili nido, quindi o si usa uno stipendio per pagare la baby-sitter o la mamma deve stare a casa. In Svezia, Danimarca, Finlandia, ma anche in Spagna le cose non funzionano così. E mi chiedi solo delle donne, ma nel libro accenniamo anche ai gay, alle droghe…sono così tanti gli ambiti in cui l’Italia va all’indietro invece che guardare avanti. Forse se fossero meglio distribuiti uomini e donne si potrebbero raggiungere risultati più ambiziosi.
- Come mai un libro scritto a due mani? Come vi siete conosciute? Come avete lavorato?
Di solito noi diciamo che è scritto a quattro mani…sai, col computer. Scritto a quattro mani perché ci siamo incontrate nel posto giusto al momento giusto. Era la primavera del 2006, scrivevamo entrambe per L’Opinione delle Libertà. Sai le classiche persone che fanno quattro chiacchiere fuori dalla redazione. Un bel giorno ricevo telefonate a pressione da un numero francese. E’ Rossella che ha avuto un’illuminazione: dobbiamo scrivere una storia sulle donne. E così abbiamo iniziato. In quel periodo lei lavorava per Mela Verde (una trasmissione su Rete 4 ) e io avevo un lavoretto tutte le mattine, più l’università, più gli scout…insomma, alla sera ci vedevamo, anche fino alle due di notte, e stavamo sulla storia, sui personaggi, ci rileggevamo i capitolo a vicenda. E poi scrivevamo durante la giornata. E’ stato un mese intensissimo. Poi immaginati, come caratteri, idee e modi di fare siamo diversissime, quindi ogni tematica, ogni idea lasciava spazio a dei piccoli grandi dibattiti. Per esempio, all’inizio io non ci credevo che ci fosse una “questione femminile”, non dopo gli anni ’70, non dopo il femminismo…e invece altro che!
- Dove lo troviamo il libro?
- Librerie, Blockbuster, supermercati, internet. Ne ho vista anche una copia in saldo su ebay!
- Quante copie ha venduto il libro? Gilla ce lo dirà nell'intervista numero 2.

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